Sbisà Carlo
Carlo Sbisà: Pittore e Scultore Italiano del XX Secolo
Carlo Sbisà (Trieste, 25 maggio 1899 – Trieste, 1964) è stato un rinomato pittore e scultore italiano, noto per il suo contributo all’arte figurativa del XX secolo. La sua formazione artistica iniziò presso la Civica Scuola Reale Superiore di Trieste, dove si diplomò nel 1916. Successivamente, si trasferì a Firenze per frequentare l’Accademia di Belle Arti dal 1919 al 1923. Durante questo periodo, entrò in contatto con artisti come Ubaldo Oppi, Achille Funi e Felice Carena, condividendo con loro l’aspirazione a un rigore formale ispirato al Rinascimento.
Opere Principali di Carlo Sbisà
La produzione artistica di Sbisà è caratterizzata da una forte influenza rinascimentale e da una ricerca di equilibrio formale. Tra le sue opere più significative si annoverano:
- “La Venere della Scaletta” (1928): conservata al Museo Civico Revoltella di Trieste, questa opera riflette l’adesione di Sbisà a un rigore formale di matrice rinascimentale.
- “Ifigenia” (1930): presentata alla Biennale di Venezia del 1930, testimonia la sua continua ricerca di perfezione formale.
- “La Disegnatrice” (1930): esposta alla stessa Biennale, rappresenta una figura femminile intenta nel disegno, evidenziando l’attenzione dell’artista per la rappresentazione della quotidianità.
- “Ritratto del Palombaro” (1932): opera che mette in luce l’interesse di Sbisà per le figure professionali e il mondo del lavoro.
- “La Venere del Navicello” (1932): presentata alla Biennale di Venezia del 1932, continua l’esplorazione dell’artista del tema della Venere in contesti diversi.
Queste opere evidenziano la capacità di Sbisà di fondere influenze classiche con una sensibilità moderna, creando composizioni armoniose e ricche di significato.
Carriera e Riconoscimenti
Dopo il periodo fiorentino, Sbisà tornò a Trieste, dove continuò la sua attività artistica e partecipò a numerose esposizioni, tra cui diverse edizioni della Biennale di Venezia. La sua opera “La Venere della Scaletta” del 1928 è conservata al Museo Civico Revoltella di Trieste, che possiede anche altre sue opere, tra cui disegni, dipinti a olio e sculture in grès.