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Selvatico Lino

Lino Selvatico: Maestro della Ritrattistica Italiana del XX Secolo

Lino Selvatico (Padova, 20 luglio 1872 – Treviso, 25 luglio 1924) è stato un rinomato pittore italiano, celebre per i suoi ritratti dell’alta società veneziana e milanese durante la Belle Époque. Figlio di Riccardo Selvatico, poeta, commediografo e sindaco di Venezia dal 1890 al 1895, Lino fu inizialmente indirizzato verso studi giuridici. Tuttavia, la sua passione per l’arte lo portò a studiare sotto la guida di Cesare Laurenti e a frequentare ambienti artistici influenzati da Ettore Tito.

Opere Principali di Lino Selvatico

La produzione artistica di Selvatico si distingue per la qualità dei suoi ritratti, che catturano l’eleganza e la raffinatezza dell’epoca. Tra le sue opere più significative si annoverano:

  • “Ritratto del professor Giovanni Bordiga” (1899): presentato alla III Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, segnò il suo debutto ufficiale nel mondo dell’arte.
  • “Contessa Annina Morosini” (1908): un ritratto che esemplifica la sua abilità nel rappresentare l’aristocrazia veneziana, oggi conservato presso la Galleria d’Arte Moderna di Venezia.
  • “Emma Gramatica” (1911): ritratto dell’illustre attrice, custodito nella Galleria d’Arte Moderna Ricci-Oddi di Piacenza.
  • “Autoritratto” (1922): un’opera introspezione che riflette la sua maturità artistica, parte della collezione dei Musei Civici di Venezia.
  • “Ritratto di Giacomo Puccini”: una rappresentazione del celebre compositore italiano, che testimonia le connessioni di Selvatico con importanti figure culturali del suo tempo.

Queste opere evidenziano la capacità di Selvatico di cogliere l’essenza dei suoi soggetti, combinando una tecnica raffinata con una profonda sensibilità psicologica.

Carriera e Influenze Artistiche

Dopo il suo esordio alla Biennale di Venezia del 1899, Selvatico divenne uno dei ritrattisti più richiesti dell’alta società italiana. La sua arte fu influenzata dalla pittura inglese del Settecento e dalle tendenze europee contemporanee, che contribuì a introdurre e diffondere nel contesto veneziano.

La sua carriera fu celebrata postuma con una retrospettiva alla Biennale di Venezia del 1926, due anni dopo la sua scomparsa.

Le sue opere sono oggi esposte in importanti collezioni pubbliche e private, testimoniando il suo duraturo contributo all’arte italiana.

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